In un mare di pixel e suoni,
le voci si intrecciano,
sospese tra antenne paraboliche,
parole appese come foglie d’autunno,
pronte a cadere, a danzare nel vento.
La comunicazione, un ponte invisibile,
tra chi ascolta e chi parla,
un dialogo che sfida il tempo,
dove il silenzio è un eco,
e il rumore, una melodia.
Siamo tutti poeti,
scriviamo versi su schermi luminosi,
condividiamo sogni e paure,
mentre il mondo cambia,
e i codici culturali si dissolvono,
come nebbia al mattino.
Ma in questa frenesia,
c’è spazio per la riflessione,
per l’ascolto attento,
per la poesia che si fa voce,
che si fa gesto,
che si fa comunità.
E così, nel 2024,
la comunicazione pubblica è un canto,
un coro di voci diverse,
che si uniscono per raccontare,
per resistere,
per creare un futuro,
dove ogni parola conta,
dove ogni silenzio parla.